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NON LASCIARE CHE IL TUO SUBCONSCIO CONDIZIONI LA TUA VITA:

"Le emozioni sono ricordi archiviati nella nostra mente subconscia".


-La mente non sta mai ferma, vaga continuamente, tra passato e futuro, non soffermandosi quasi mai nel presente.


-La mente risponde per la maggior parte delle volte in maniera automatica, guidata dal nostro subconscio.


Se paragoniamo la nostra mente ad un iceberg, possiamo immaginare la sua parte emersa come la nostra mente consapevole, mentre ciò che si trova al di sotto della superficie dell’acqua e che compone la sua parte più estesa, rappresenta la mente subconscia.

Forse non tutti sanno che la mente subconscia è 1000 volte più potente della mente conscia.

Infatti, ben il 95% della nostra vita, delle nostre azioni e dei nostri comportamenti è controllato e guidato da programmi registrati nella mente subconscia.


La mente subconscia ricorda e memorizza molte immagini del passato e registra le emozioni che ci porteremo dietro tutta la vita.

La tendenza inconscia del nostro cervello è quella di andare ad attingere da quei ricordi in continuazione.

Queste emozioni intrappolate, i nostri traumi, le ansie e le esperienze non elaborate che abbiamo impresso nel nostro sistema nervoso sono la fonte di tutto ciò che ci affligge.

Quando viviamo delle esperienze che ci emozionano o ci portano molto dolore, utilizziamo dei meccanismi di protezione che ci aiutano a superare e a sopravvivere a queste esperienze e che tendendo a sopprimere questi eventi o emozioni nel profondo; non solo nella nostra mente, ma anche a livello del nostro corpo, per esempio sotto forma di tensioni muscolari, di blocchi.

Le emozioni negative si imprigionano nel nostro subconscio e quando vengono attivate da uno stimolo che le fa riaffiorare, il nostro corpo reagisce. Come se quell’evento, o quell’emozione si stesse manifestando nuovamente, mentre in realtà è solo un ricordo passato, impresso in maniera profonda nella parte inabissata del nostro icberg.

Ciò che accade è che il nostro corpo diventa prigioniero di questa memoria del passato, ed ogni volta che essa riaffiora attraverso un ricordo, un’emozione o uno stimolo sensoriale, il nostro sistema nervoso entra in allarme, attivando il meccanismo di sopravvivenza di lotta e fuga.

Ciò significa che non siamo in grado di adattarci e vivere il momento presente, il qui ed ora.



Tutti coloro che vivono una condizione cronica hanno vissuto esperienze o traumi che riaffiorano in superficie ripetutamente.

Quei ricordi o emozioni, vissuti in maniera inconsapevole, senza il coinvolgimento attivo della coscienza, diventano padroni del nostro corpo e di noi stessi. Scatenando le stesse sofferenze e rafforzando sempre più i meccanismi automatici di sopravvivenza.

La mente cosciente, nonostante la sua vulnerabilità, ha però a suo favore alcune facoltà per poter contrastare questo meccanismo perverso.

Concentrazione,

Forza di volontà,

Pianificazione e Razionalità sono infatti nostre alleate.

Una mente vagante, in preda alla paura, a mille pensieri, non sa concentrarsi e non è in grado di contrastare la risposta di sopravvivenza.

Lavorare sullo stimolo e l’acquisizione di una maggiore concentrazione, guidando ed insegnando alla propria mente a focalizzarsi sul momento presente, ci premette di attivare e rafforzare la nostra corteccia prefrontale, andando ad indebolire il circuito della reattività, attivato in modo del tutto inconscio dal nostro sistema Limbico.

La corteccia prefrontale quindi, si attiva e viene rafforzata attraverso la concentrazione; Imparando a restare nel momento presente, a domare il vagare della mente subconscia.


Anche la forza di volontà risiede nella mente cosciente.

Percezione cosciente, volontà e concentrazione vanno quindi coltivate attraverso l’attività e l’osservazione cosciente; individuando i vecchi comportamenti, spezzando i vecchi schemi abituali e lavorando per cambiarli.

Si può iniziare ad osservare il vagare della mente, vedendo quando la nostra attenzione è rivolta al passato o al futuro.

Capire se viviamo più nel futuro o se siamo ancora bloccati nel passato. Se il futuro scaturisce in noi sensazioni di fiducia e gioia, oppure se ci crea ansia, paura, incertezza.

E’ importante essere presenti a se stessi, osservatori attenti della nostra mente, delle nostre emozioni e anche delle nostre reazioni alle diverse circostanze.

Prestare attenzione a vecchi schemi di pensiero e comportamento involontari e automatizzati.

Imparare a riportare la mente nel momento presente.


Quando ci ritroviamo ad affrontare una difficoltà che scatena emozioni forti, o che fa riaffiorare una memoria passata è importante sviluppare una presenza forte, riconoscere quell’input che accende la miccia della reazione.

Esprimere tutta la nostra volontà per far sì che l’emozione preconscia, frutto dello schema abituale della nostra mente e che attua in preda alla modalità di sopravvivenza, con la quale dobbiamo smettere di identificarci, non prenda il sopravvento.

Scegliere è una facoltà dataci dalla consapevolezza.


La piena consapevolezza ci ricorda che non siamo obbligati a rivivere eventi che sono accaduti nel passato.

Il libero arbitrio ci permette di scegliere.


Si tratta del passato, noi non viviamo più in quel momento, siamo nel presente e scegliamo di non essere più vittime dei vecchi schemi di reazione del nostro corpo che agisce sotto il condizionamento della risposta Limbica.

Dobbiamo diventare coscienti che le sole cose che restano oggi sono i ricordi.

Possiamo e dobbiamo imparare a radicarci nel momento presente.

Diventiamo consapevoli di poter scegliere di non identificarci con il passato e con i suoi schemi condizionanti e di non temere il futuro, scegliendo di stare nel momento presente, guidando la nostra mente ed il nostro corpo in uno stato di calma e tranquillità.


Spostiamo il focus dall’esterno verso l’interno, non lasciandosi più sopraffare dall’ambiente o dagli eventi e dai collegamenti che questi stimoli scatenano nel nostro subconscio, trovando la calma, la pace e la tranquillità.

La consapevolezza ci aiuta ad individuare e svolgere quel lavoro di potatura dalle vecchie connessioni neuronali di reazione e sopravvivenza.

Osservare senza giudicare, in maniera neutra, con accettazione e calma. In modo che quando la mente fissa la sua attenzione su un determinato stimolo, possiamo bloccare la risposta coatta di allarme attivata dal nostro sistema nervoso, riportando la mente nel momento presente, all’interno di noi stessi, in quel luogo protetto, dove ci sentiamo al sicuro.

Uscendo dallo schema di compulsività dettato dal subconscio, ed impedendogli di prendere il sopravvento.


E’ possibile coltivare la presenza mentale attraverso la pratica della meditazione:

-Insegnando alla nostra mente a restare nel momento presente.

-Portando l’attenzione verso l’interno e creando un luogo di pace e calma.

-Prendendo le distanze dall’ iper-stimolazione dell’ambiente esterno, senza lasciarci travolgere da esso.

-Abbassare e regolare l’attività elettrica cerebrale e rafforzare la concentrazione.


Nel caso in cui una persona non riesca a meditare, ciò significa che il suo sistema centrale nervoso è molto alterato.

Vari studi dimostrano che la corteccia prefrontale, in molte condizioni croniche, può addirittura rimpicciolirsi.

E’ assolutamente provato e dimostrato che quando il sistema nervoso è costantemente bloccato nella risposta di sopravvivenza detta lotta e fuga, la corteccia prefrontale viene disattivata.

Motivo in più per lavorare sul rafforzamento e la costruzione di una maggiore consapevolezza.

In questo caso si consiglia di iniziare ad allenarsi utilizzando strumenti più semplici, quali per esempio: Il rilassamento guidato dello yoga nidra, il body scanner, canto di mantra, esercizi di respirazione, affermazioni positive e di guarigione, per poi progressivamente arrivare alla pratica di meditazioni più lunghe e profonde.


Praticare esercizi semplici come per esempio porre l’attenzione su un’attività quotidiana quale il vestirsi, lavare i piatti, camminare, mangiare.

Mangiando per esempio, posso prestare attenzione al colore del cibo che sto per ingerire, sentirne il profumo, provarne la consistenza, il sapore, la temperatura.

Utilizzare questa consapevolezza in vari momenti del proprio quotidiano, in modo da iniziare a riportare la mente nel momento presente.

Può sembrare banale, ma nel farlo, vi renderete conto del potere che la mente ha su di noi , del suo continuo errare, senza mai smettere di pensare.

Applicare queste semplici tecniche della Mindfulness è l'inizio della fine del pensiero involontario ed automatizzato.

Cercate di attuare questi semplici esercizi durante la vostra giornata, cercate di farlo attraverso esperienze gradevoli, in modo da produrre la stimolazione di una nuova e piacevole percezione dell’ambiente e dello stimolo.

Questo è un esercizio molto utile e rilassante non solo per diventare consapevole del momento presente, ma anche per insegnare al nostro cervello a provare la calma, il piacere ed il benessere, stimolando nuove connessioni neuronali.

Ricordiamoci che chi vive costantemente nella condizione del dolore cronico o della reattività costante ad uno stimolo ambientale, deve stimolare queste nuove connessioni a discapito dei vecchi percorsi reiterati della sofferenza e questo lo si attua attraverso l' utilizzo dei sensi e creando nuovi e piacevoli stimoli.


E’ fondamentale sviluppare la consapevolezza nelle situazioni ordinare della vita ed allenarsi nelle varie pratiche per svilupparla.

Dovete pensare all’allenamento cerebrale negli stessi termini di un allenamento fisico.

Se un atleta non si allena in maniera costante, con forza di volontà, motivazione, tenacia, ripetizione e concentrazione, non potrà arrivare preparato nel momento della gara.


Non si può pensare di creare cambiamento a livello della risposta del sistema centrale autonomo senza esercitarci.

Se vogliamo arrivare a disattivare il pilota automatico della risposta Limbica dobbiamo riprogrammare il nostro sistema con una pratica costante, in modo che possa rispondere in maniera adeguata nel momento del bisogno.


L’attuazione della consapevolezza per riattivare e rendere performante la corteccia prefrontale ha bisogno di pratica ed esercizio.

Cominciando con il respiro consapevole e la pratica della presenza mentale o consapevolezza, saremo in grado di affrontare nuovamente la vita.


E’ assolutamente normale che all’inizio si incontrino delle resistenze e delle difficoltà.

Non è facile individuare e domare la mente vagante, gli schemi emotivi e di reattività guidati dal nostro subconscio, ed imparare a trovare la calma per far scattare quell’interruttore che blocca la risposta di sopravvivenza e difesa.

Questo perché i copioni provati e riprovati e che il nostro corpo ha imparato a seguire a memoria, senza che noi ci dobbiamo pensare, sono diventati forti, automatici, ed il nostro corpo è diventata la nostra mente.


Solo attraverso la pratica e la volontà riusciremo a diventare di nuovo padroni del controllo del nostro corpo e della nostra mente.


La consapevolezza è una facoltà molto sottile ed è per questo che molte persone spesso si arrendono ancor prima di iniziare a coltivarla.

E’ come un seme, ci vuole tempo per iniziare a vederne i frutti, ma una volta che sarà sbocciato, la nostra vita prenderà tutto un altro sapore.

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