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Perché da quando ho iniziato il mio retraining mi sento

spesso iper eccitato?

Perché da quando ho iniziato il mio retraining mi sento spesso iper eccitato? 

QUANDO IL SISTEMA DEVE ADATTARSI: 

In seguito all’INNALZAMENTO DEL PROPRIO STATO EMOTIVO, molte persone impegnate nel lavoro di ricondizionamento del loro Sistema Limbico, mi hanno riferito di provare una strana e sgradevole sensazione di IPER-ECCITAMENTO. 

Si ritrovano insomma in balia di scariche di adrenalina incontrollate, come se avessero bevuto troppo caffè. 

Per spiegare e farvi capire quello che succede in questi casi nel cervello, dobbiamo capire meglio come funziona il meccanismo di trasmissione neuronale. 

Infatti, forse, non tutti sanno che le informazioni che viaggiano all’interno del nostro SISTEMA NERVOSO, hanno la forma di SEGNALI ELETTRICI, detti impulsi nervosi. 

Il passaggio di questi impulsi da un neurone a quello successivo è possibile grazie alle SINAPSI e ad alcune sostanze chimiche da esse rilasciate, chiamate mediatori chimici o più comunemente NEUROTRASMETTIOTORI, i quali svolgono un ruolo essenziale nella trasmissione degli impulsi di tipo eccitatorio o inibitorio. 

Queste sostanze chimiche, originate appunto dai neuroni, vengono trasmesse e captate da appositi e specifici recettori sui neuroni post-sinaptici e scatenano una risposta eccitatoria o inibitoria. 

IL NUMERO di RECETTORI che capta questi neurotrasmettitori CAMBIA però a SECONDA della QUANTITA’ del NEUROTRASMETTITORE RILASCIATO. 

Così, per esempio, se passiamo molto tempo in uno stato emotivo negativo, avremo molti recettori predisposti a captare i neurotrasmettitori legati alle emozioni negative. 

Il nostro cervello infatti si adatta, perché è altamente plasmabile e si abitua ad un certo tipo di biochimica. 

Diciamo che, se iniziamo a cambiare il nostro stato emotivo andiamo ad innescare attivamente un cambiamento a livello delle trasmissioni neuronali e della biochimica nel nostro corpo. 

Se ci focalizziamo e dirigiamo la nostra attenzione su pensieri positivi, a discapito dei pensieri negativi e delle emozioni tossiche, e lo ripetiamo nel tempo, ad un certo punto saremo in grado di cambiare l’assetto delle sostanze rilasciate nel nostro cervello, influenzandolo in prima persona. 

Quando però iniziamo ed intraprendiamo un percorso basato sulla neuroplasticità, la nostra biochimica è ancora legata al passato, a quello che conosce, dipende insomma da vecchi schemi neuronali dettati dalle nostre abitudini e dagli schemi di pensiero legati alla sopravvivenza. 

Il cervello non è quindi ancora abituato al nuovo assetto, non è ancora adeguatamente attrezzato ed equipaggiato con il sufficiente numero di siti recettoriali capaci di captare le nuove “sostanze neurochimiche” scaturite dalla nuova biochimica. 

Questo significa che i nuovi neurotrasmettitori, resteranno in circolo più lungo, creando un gap di trasmissione che a volte si manifesterà sotto forma di eccitazione eccessiva. 

Se però continuiamo ad attivare quelle emozioni elevate, di gioia, gratitudine e positività, il nostro cervello comincerà a adattarsi. 

I recettori aumenteranno di numero nei confronti dei nuovi neurotrasmettitori e non 

avvertiremo più quella strana sensazione di eccitamento incontrollato. 

Avere emozioni elevate diventerà la nuova normalità. 

-Se si sta attraversando questo processo, essere in grado di capire e interpretare ciò che sta accadendo, può essere davvero utile. 

Possiamo dire a noi stessi: "questo è solo il mio cervello che si adegua alla nuova biochimica". 

Non aggiungiamo più paura o preoccupazione alla situazione, possiamo così continuare il nostro percorso neuroplastico di consolidamento di nuove connessioni con animo e spirito di riuscita. 

Una strategia che potrebbe essere utile, almeno all’inizio, durante il periodo di transizione e adattamento dei recettori, è quella di stimolare il sistema attraverso attività rilassanti e dall’effetto calmante. 

Potrebbe per esempio essere utile, dopo aver lavorato sull’innalzamento del nostro stato emotivo, di concederci un rilassamento audio-guidato, un bagno caldo, muoverci e svolgere le nostre faccende in maniera più rallentata, 

parlare più lentamente, regalarci un massaggio, ascoltare musica rilassante o immergerci nella natura, magari a piedi scalzi. 

Questo aiuterà il cervello a creare l'associazione che l’esperienza è sicura e non è affatto pericolosa e darà il tempo al corpo di adattarsi ai nuovi neurotrasmettitori rilasciati dal cervello. 

BISOGNA DARE AL PROPRIO CORPO IL TEMPO DI ADATTARSI 

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© Maura Cavalcanti 2020

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