Come ho superato Sensibilità Chimica Multipla,
Fibromialgia, Elettrosensibilità e Intolleranze Alimentari
Come ho superato Sensibilità Chimica Multipla,
Fibromialgia, Elettrosensibilità e Intolleranze Alimentari
Brain Friends
Come ho superato Sensibilità Chimica Multipla, Fibromialgia, Elettrosensibilità e Intolleranze alimentari
che puo’ diventare il nostro peggior nemico:
Un meccanismo di protezione
Il cervello è organizzato per assicurare la sopravvivenza e per farlo raccoglie informazioni dall’ambiente attraverso i SENSI; Tatto, vista, udito, olfatto, gusto, pensieri, memorie,emozioni, credenze...
Come abbiamo visto, LA CARATTERISTICA di QUESTE SINDROMI sarebbe un errata trasmissione del segnale di risposta agli stimoli ed un errata percezione che risulta amplificata.
Per semplificarne la comprensione, nel caso della Fibromialgia si avrà una percezione alterata del dolore, nella MCS agli stimoli chimici-ambientali, nella Fatica Cronica allo sforzo e nell’Elettrosensibilità ai campi elettromagnetici.
La percezione del dolore può diventare disfunzionale nelle aree di elaborazione sensoriale del cervello (ad esempio, centralizzazione, amplificazione o ipersensibilità).
Si ha così un alterazione dell'elaborazione sensoriale nel Sistema Centrale Nervoso.
Queste risposte sono inscritte nel nostro sistema centrale autonomo, che non è quasi per nulla sottoposto al controllo volontario.
Si tratta della risposta di "Lotta e Fuga" azionata dal nostro Sistema Limbico.
La risposta neurologica che viene espressa a livello fisiologico con tutta una serie di sintomi è involontaria, predefinita.
Tale meccanismo dipende da quanto è stato appreso dai circuiti neuronali e registrato nelle mappe cerebrali.
E' l'evoluzione che ha dotato l'uomo di una serie di reazioni nervose automatiche.
La neuroplasticità propone che le sensazioni che sperimentiamo, le attività in cui ci impegniamo le cose che pensiamo, i sentimenti e le cose che ripetiamo, hanno tutte "scavato dei solchi" nel nostro cervello.
Il dottor Michael Moskowitz, leader mondiale nell'uso della neuroplasticità, iniziò i suoi esperimenti quando ancora il rapporto tra neuroplasticità e dolore era poco noto. Ora sappiamo che se sperimentiamo una lesione o una malattia che satura continuamente il nostro cervello con dolore o altre sensazioni spiacevoli, tali percorsi si rafforzeranno.
Dal punto di vista della neuroscienza, l'iper-attivazione della risposta di protezione, non è altro che una RIORGANIZZAZIONE della RETE NEURONALE e del PERCORSO SENSORIALE.
E’ un meccanismo di protezione che si attiva in situazione di pericolo, per assicurare la sopravvivenza.
Questo “dispositivo di protezione”, deputato al riconoscimento della minaccia è stato creato per attivarsi nel momento del bisogno, (se un rinoceronte sta per attaccarci!!,) e spegnersi una volta scampata la minaccia, riportando il sistema alla normalità; non è stato progettato per situazioni di stress cronico, perpetuate nel tempo.
Reagire, “scattare” di fronte ad uno stimolo ambientale in maniera ripetuta, anche centinaia di volte al giorno, apporta cambiamenti a livello neuronale, imprimendo nel nostro cervello dei comportamenti e delle reazioni fisiologiche inconsce.
Più la ripetizione si protrae nel tempo, più migliora la risposta automatica allo stimolo. Infatti, ripetendo e rafforzando lo stesso schema, si creano interconnessioni specifiche tra i neuroni che tendono a riattivarsi al verificarsi dello stesso evento o dello stesso stimolo. Le cellule cerebrali migliorano così le loro prestazioni nel produrre una determinata risposta, (dolore, bruciore, reazione ad un determinato stimolo). I networks inoltre, perdono la capacità di essere specifici e precisi, facendo sì che la reazione si diffonda diventando inutile e rendendoci sempre più sensibili.
Di conseguenza, avremo bisogno di essere sottoposti ad uno stimolo sempre minore per rispondere e reagire o provare dolore.
Più a lungo il nostro sistema nervoso ha imparato ad attivarsi per proteggerci, più diventa bravo a farlo.
Proprio come apprendiamo nuove abilità o abitudini, così il nostro cervello e il nostro corpo si esercitano nel creare una risposta allo stimolo, generando una risposta fisiologica esagerata che si presenta sotto forma di dolore, iperosmia, fatica, ecc; diventando un circolo vizioso senza fine che cambia letteralmente il funzionamento del sistema nervoso.
Il tuo sistema sta cercando di proteggerti da qualcosa che non ha bisogno di protezione e la conseguenza è molto reale!
Inoltre, quando siamo sottoposti all'attivazione costante di questo meccanismo, andiamo ad intaccare e coinvolgere l'attivazione simultanea di altri sistemi che chiamerò "secondari":
-Respiratorio; il respiro potrà essere più superficiale, più corto, la voce potrà assottigliarsi e cambiare.
-Immunologico; essere più suscettibili alle infezioni, ai raffreddori, alle influenze e al dolore.
-Muscolare; rigidità, dolore muscolare, tremore, debolezza.
-Endocrino; problemi ormonali, rilascio eccessivo di adrenalina e cortisolo con conseguente esaurimento delle ghiandole surrenali, perdita del desiderio, fluttuazioni del peso, costipazione, problemi digestivi.
-Alterazione del pensiero cosciente, ansia, paura, perdita di memoria, confusione, perdita della concentrazione, ecc ecc.
Eventi o situazioni che per una persona normale non causerebbero alcuna alterazione, scateneranno in noi l'accensione del sistema di protezione attivando la risposa Simpatica del sistema nervoso e tutta una serie di reazioni che andranno dalla perdita della memoria, al tremore, alla sudorazione eccessiva e quant'altro.
Più il nostro cervello riceve segnali di pericolo, più il meccanismo di difesa e più le disfunzioni dei sistemi "secondari" si attiveranno, diventando sempre più efficienti nella risposta di attivazione, ritorcendosi contro di noi.
Tutto ciò che viene percepito da noi stessi e dal nostro subconscio come una minaccia sia fisica che psicologica, contribuisce all'attivazione di questa risposta di pericolo che si tramuta in un
IPER-REAZIONE agli stimoli sensoriali.
Direzionare la plasticità neuronale ha lo scopo di aiutare a riprogrammare la nostra risposta allo stress e a calmare l'iper attività del sistema Limbico. La teoria spiega che una volta che si riesce a portare il sistema fuori dalla modalità di emergenza, tutti i sistemi ed apparati, (disintossicazione, immunitario, ecc.), che sono stati soppressi, inizieranno di nuovo a funzionare normalmente.
Per poter riportare il sistema ad un normale funzionamento, bisognerà imparare a trovare l'equilibrio tra stimolazione e adattamento. In modo da non far scattare la risposta di protezione.
Il tuo cervello, ormai così ben addestrato a rispondere al pericolo, reagirà scatenando dolore e sintomi non appena ti avvicinerai alla soglia di tolleranza.
Il segreto è lavorare ed allenarsi senza mai superare quella soglia, in modo da riportare il sistema alla normalità, fuori dalla zona di "pericolo".
Dobbiamo osservare e riconoscere tutto ciò che può provocare una risposta di allerta, anche se si tratta di pensieri o situazioni e non solo di sforzo fisico o sostanze chimiche.
Il cervello cercherà di proteggerti e scatterà non appena ti avvicinerai alla soglia di tolleranza.
E' per questo che è importante durante il percorso di riprogrammazione e trasformazione neuroplastico, creare una sorta di "bolla", di protezione dagli stimoli, in modo da mettere a riposo il nostro cervello e la sua risposta esagerata agli stimoli.
Contemporaneamente, dobbiamo rieducare dolcemente il nostro sistema nervoso ad adattarsi nuovamente e per farlo dobbiamo essere molto pazienti e delicati. Procedere poco alla volta, giorno dopo giorno, riaddestrando il nostro cervello a non reagire, stimolandolo in modo da rimanere sempre sotto la soglia di reazione.
E' un po' come se il nostro cervello fosse un cagnolino che ha subito maltrattamenti per anni, ed ora, nonostante abbia trovato un padrone dolcissimo che si prende cura di lui, scatta e si spaventa ogni volta che questo cerca di prenderlo in braccio. Il suo riflesso automatico è registrato nel suo sistema e reagisce in maniera preconscia. Perché il cagnolino possa riprendersi totalmente e superare il trauma, sarà bene tenerlo in un luogo protetto, dove si senta al sicuro e amato, insegnandoli a poco a poco a riprendere confidenza.
Nell'essere umano, anche solo guardare o pensare a qualche possibile minaccia può attivare la risposta di protezione e scatenare sintomi e dolore.
Nel caso si superi la soglia sia fisicamente che emotivamente, è bene non allarmarsi, in modo da non alimentare ancor di più questa risposta.
Capire la causa delle reazioni e del dolore ed accettarla, senza farsi prendere dalla paura, è un passo fondamentale per creare il cambiamento.
Se ci fai caso, il dolore o i sintomi non sono sempre gli stessi e ci sono anche momenti in cui ti senti meglio.
Capire quali sono gli stimoli ambientali ed emotivi che scatenano l'accensione del meccanismo di protezione del tuo sistema nervoso, ti aiuterà a capire quali sono le cose positive che inducono benessere e quali invece scatenano la risposta di lotta e fuga.
Stimolare tutte le attività che generano ed inducono piacere, benessere, gioia. Utilizzare ricordi positivi e l'immaginazione, ti guiderà verso il l riadattamento e ti riporterà nella "zona di tolleranza".
Scegli sensazioni, situazioni e cose che infondano in te sicurezza, a discapito di tutto ciò che produce l'effetto opposto.
Stimolare la paura, la rabbia, frequentare persone negative, guardare ed ascoltare storie di cronaca, lamentele o vivere in situazioni stressanti, alimenterà e rafforzerà la risposta di allarme del tuo sistema. Evita queste situazioni durante tutto il periodo di recupero.
Una seconda fase del mio processo di recupero è stata caratterizzata da un lavoro profondo, basato sulla gestione dello stress. Ho infatti imparato attraverso tecniche di mindfulness a non lasciarmi più sopraffare dagli eventi e a non essere più vittima della risposta impulsiva del mio sistema di protezione.
Per invertire questo processo è richiesto impegno, pazienza, assiduità e tenacia.
Rispettando questi principi, potremmo riportare ogni singolo sistema del corpo umano ad adattarsi nuovamente e a rispondere agli stimoliin modo normale.